Come evitare le alghe filamentose in acquario
Chiunque abbia allestito un acquario piantumato conosce bene lo spettacolo meno gradito: sottili fili verdi che iniziano timidamente a comparire sulle foglie, per poi intrecciarsi fino a trasformare la vasca in una ragnatela. Le alghe filamentose non sono solo un difetto estetico: rappresentano il segnale di uno squilibrio e spesso la prima grande sfida che ogni acquariofilo deve affrontare.

Capire perché compaiono e come prevenirle è fondamentale per evitare frustrazione e mantenere un ecosistema sano e duraturo. Non basta rimuoverle: occorre comprendere i meccanismi ecologici che le alimentano e adottare strategie mirate e sostenibili.
Perché si sviluppano le alghe filamentose
Luce e fotoperiodo fuori controllo
La luce è il motore della fotosintesi, ma un’illuminazione eccessiva o un fotoperiodo troppo lungo favoriscono inevitabilmente le alghe. In natura, le piante acquatiche hanno un ciclo luminoso regolato da alba e tramonto, mentre in acquario l’errore comune è lasciare le luci accese 11–12 ore o più. Una gestione corretta, come spiegato nella guida sul fotoperiodo in acquario, permette di prevenire proliferazioni incontrollate.
Nutrienti in eccesso o squilibrati
Nitrati e fosfati sono nutrienti indispensabili, ma in concentrazioni elevate diventano il carburante delle filamentose. Se i nitrati superano i 30 mg/l e i fosfati non sono bilanciati, le alghe hanno un vantaggio competitivo sulle piante. Uno studio pubblicato su Environmental Biology of Fishes evidenzia come il rapporto N:P influisca direttamente sulle dinamiche algali negli ecosistemi acquatici.
CO₂ insufficiente
La mancanza di anidride carbonica penalizza le piante, rallentandone la crescita e lasciando spazio libero alle alghe. Un’iniezione stabile di CO₂, come spiegato nella guida su come mantenere i livelli ideali di CO₂, consente alle piante di diventare più competitive e ridurre la presenza delle filamentose.
Carichi organici e manutenzione trascurata
Residui di cibo, foglie in decomposizione, filtrazione insufficiente: tutti fattori che liberano nutrienti in acqua. La mancanza di manutenzione ordinaria trasforma la vasca in un terreno fertile per le alghe.
Diatomee, filamentose e cianobatteri: non confonderli
Non tutte le alghe sono uguali. Le diatomee formano patine brune tipiche degli avvii e tendono a regredire spontaneamente; le filamentose invece persistono a lungo e richiedono interventi mirati. Da distinguere anche i cianobatteri, che non sono vere alghe ma batteri fotosintetici, spesso confusi con tappeti verdastri. Per approfondire, consulta la guida generale alle alghe in acquario dolce.
Prevenzione delle alghe filamentose
Gestione della luce
Limitare il fotoperiodo a 8–9 ore, utilizzare timer programmabili e plafoniere LED regolabili permette di mantenere la luce entro limiti ottimali.
Controllo dei nutrienti
Monitorare regolarmente nitrati e fosfati, eseguire cambi d’acqua settimanali e bilanciare la fertilizzazione sono pratiche indispensabili. Un approccio preventivo riduce la probabilità di squilibri gravi.
CO₂ e piante rapide
Integrare CO₂ e inserire piante a crescita veloce come Ceratophyllum o Hygrophila significa creare concorrenza diretta alle alghe, che trovano meno risorse disponibili.
Manutenzione regolare
Sifonare il fondo, rimuovere foglie morte e pulire i filtri mantiene bassa la quantità di materiale organico che alimenta le alghe.
Strategie per eliminare le filamentose già presenti
Rimozione manuale e interventi mirati
Arrotolare le alghe con spazzolini o pinzette è il primo passo. Questa operazione, se ripetuta con costanza, riduce la biomassa algale e facilita la ripresa delle piante.
Blackout controllato
Spegnere le luci per 2–3 giorni, coprendo la vasca, può indebolire le alghe. Tuttavia va usato con cautela e in combinazione con altri interventi, per non stressare eccessivamente gli abitanti.
Competizione biologica
Piante a crescita rapida e specie mangia-alghe (come Caridina japonica o Crossocheilus siamensis) possono contenere le proliferazioni, sebbene non siano mai risolutive da sole.
Migliorare la filtrazione
Un filtro ben dimensionato, come spiegato nella guida ai migliori filtri esterni, contribuisce a rimuovere nutrienti in eccesso e mantenere l’acqua stabile.
Errori comuni da evitare
- Usare prodotti chimici aggressivi come unica soluzione: spesso peggiorano lo squilibrio.
- Sovralimentare i pesci, aumentando i rifiuti organici.
- Ignorare i segnali iniziali, aspettando che la vasca sia già invasa.
Domande frequenti
Le alghe filamentose sono pericolose per i pesci?
No, ma riducono ossigenazione e spazio vitale per le piante, peggiorando la qualità dell’habitat.
Quanto tempo serve per eliminarle?
Con interventi mirati si possono ridurre in poche settimane, ma la stabilizzazione richiede mesi e una gestione costante.
Meglio ridurre luce o nutrienti?
Occorre bilanciare entrambi. Ridurre solo la luce senza correggere i nutrienti porta a risultati temporanei.
I gamberetti e i pesci mangia-alghe risolvono da soli il problema?
No, sono un supporto utile ma non sostituiscono la gestione dei parametri.
Perché compaiono spesso negli acquari nuovi?
Perché il ciclo biologico non è ancora stabile e i batteri non hanno equilibrato i nutrienti: le alghe sfruttano questo vantaggio iniziale.
Alghe filamentose in acquario: prevenzione e controllo sostenibile
Le alghe filamentose non sono un nemico imbattibile: sono il sintomo di uno squilibrio. Affrontarle significa lavorare sulla prevenzione, equilibrare luce, nutrienti e CO₂, e garantire manutenzione regolare. Le fonti scientifiche, come le analisi riportate dalla FAO Fisheries & Aquaculture, confermano che un ecosistema stabile riduce naturalmente le proliferazioni algali. Trasferendo questi principi all’acquario domestico, l’acquariofilo non solo elimina le alghe, ma costruisce un ambiente sano e resiliente, in cui pesci e piante prosperano a lungo termine.