Guppy (Poecilia reticulata)
C’è un momento che molti acquariofili ricordano con affetto: il primo incontro con un guppy. Un piccolo maschio dalle pinne svolazzanti, che nuota instancabile tra le piante, o una femmina gravida che dopo qualche giorno regala decine di piccoli. Non importa quanta esperienza si abbia: i guppy riescono sempre a catturare l’attenzione con i loro colori e il loro comportamento vivace.

Eppure ridurre il guppy a un “pesce per principianti” sarebbe ingiusto. Questa specie racchiude una storia lunga e sorprendente, fatta di adattamenti naturali, di una diffusione planetaria e di un processo di selezione che ha trasformato l’acquariofilia stessa. Guardare un guppy non significa solo osservare un animale bello: significa osservare l’evoluzione in miniatura, dentro un acquario di casa.
Origine e habitat naturale
Il Poecilia reticulata nasce in Sud America. Le sue acque di casa non sono i grandi fiumi ma i ruscelli tranquilli del Venezuela, le lagune della Guyana, le insenature di Trinidad. Ambienti calmi, spesso ricchi di vegetazione, con acque poco profonde e illuminate dal sole. È lì che il guppy ha imparato a sopravvivere, tra predatori più grandi e larve di insetti di cui va ghiotto.
Non è rimasto però confinato al suo territorio. Da più di un secolo viene introdotto in tutto il mondo, spesso con un obiettivo molto pratico: ridurre la diffusione delle zanzare. Le larve di questi insetti rappresentano infatti una delle sue prede preferite. E così, dal Sud America è arrivato in Africa, in Asia, perfino in bacini mediterranei. Alcune popolazioni si sono stabilite così bene da diventare parte integrante dell’ecosistema locale.
Come riportato da FishBase, il guppy è ormai una delle specie d’acqua dolce più diffuse in assoluto, un vero viaggiatore globale capace di adattarsi a condizioni molto diverse tra loro.
Morfologia e varietà selezionate
Basta guardarli un attimo per capire la differenza tra maschi e femmine. I maschi sono minuscoli gioielli di colore, con pinne che sembrano dipinte. Le femmine, invece, appaiono più grandi e meno appariscenti, ma proprio per questo costituiscono la base riproduttiva del gruppo.
In acquariofilia, la mano dell’uomo ha fatto il resto. Con selezioni durate decenni sono nati guppy dalle code smisurate, dai disegni complessi, dalle livree fluorescenti. Code a velo, a spada, a lira: c’è davvero un intero catalogo. I collezionisti lo sanno bene, perché una vasca di guppy non è mai uguale a un’altra.
Curioso notare come questo processo sia un’estensione di quello che avviene in natura. Gli studi di SeriouslyFish mostrano chiaramente come le femmine scelgano i maschi in base alla brillantezza dei colori e alla vivacità dei movimenti. La selezione sessuale, insomma, fa da motore: gli esemplari più vistosi hanno più probabilità di lasciare discendenza.
Parametri tecnici consigliati
| Parametro | Valore consigliato |
|---|---|
| Dimensioni adulte | Maschi 3–4 cm, Femmine 5–6 cm |
| Temperatura | 22–28 °C |
| pH | 6.8 – 7.8 |
| KH | 5 – 15 |
| GH | 8 – 20 |
| Litri minimi | 60 litri per un piccolo gruppo |
Comportamento e vita sociale
I guppy non sono pesci che passano inosservati. Riempiono l’acquario di movimento, incuriositi da ogni angolo e sempre in interazione con i propri simili. Chi li osserva per un po’ si accorge che i maschi trascorrono gran parte del tempo a corteggiare le femmine. Piccoli scatti, vibrazioni delle pinne, movimenti rapidi: un vero spettacolo in miniatura.
Chi li alleva impara presto una cosa: non bisogna esagerare con il numero di maschi. Troppi pretendenti e poche femmine portano stress e continue inseguimenti. Un equilibrio corretto — uno o due maschi per ogni femmina — rende la convivenza più armoniosa.
Inseriti in un acquario di comunità, i guppy si dimostrano ottimi coinquilini. Non disturbano e non litigano, e la loro vivacità si sposa bene con specie tranquille come i Neon tetra (Paracheirodon innesi) o i pacifici Corydoras panda (Corydoras panda).
Riproduzione
Qui i guppy hanno costruito la loro leggenda. Sono ovovivipari, cioè le femmine partoriscono direttamente piccoli già formati. Non servono cure particolari: basta un’acqua stabile e, ogni mese circa, compaiono nuovi avannotti.
La cosa sorprendente è la loro abilità nel “programmare” la discendenza. Una femmina può immagazzinare sperma e continuare a produrre covate anche in assenza di maschi. È per questo che in tanti raccontano di acquari che, da pochi esemplari iniziali, si sono riempiti nel giro di qualche mese.
Chi non vuole una popolazione fuori controllo può affidarsi alle piante: offrendo ripari naturali, limitano la sopravvivenza dei piccoli e mantengono stabile la colonia. Chi invece desidera allevarli con cura trova nella vasca dedicata la soluzione migliore.
Alimentazione
Il guppy, in fatto di cibo, non è certo difficile. In natura si nutre di larve di zanzara, piccoli crostacei, alghe. In acquario accetta quasi tutto ciò che gli viene offerto, ma la differenza tra un guppy “sopravvissuto” e un guppy in piena forma la fa la varietà.
Mangimi secchi sì, ma alternati a cibo vivo o congelato: artemia, dafnie, larve di chironomo. Non vanno dimenticati gli alimenti vegetali, indispensabili per l’equilibrio intestinale. Una fettina di zucchina sbollentata o qualche granulo arricchito di spirulina aiutano a mantenere colori brillanti e vitalità costante.
Un piccolo trucco che molti allevatori usano: somministrare pasti piccoli e frequenti, invece che una sola somministrazione abbondante. In questo modo si imitano meglio le condizioni naturali, in cui i guppy trovano micro-prede durante tutto il giorno.
Compatibilità con altre specie
Il guppy ha fama di pacifico, e la merita. Convive bene con pesci della stessa indole e dimensione. Accanto a neon, platy o altri piccoli caracidi, la vasca acquista equilibrio e movimento.
Il discorso cambia con specie mordaci. I Barbus più vivaci, ad esempio, hanno la pessima abitudine di inseguire le code colorate dei maschi. Lo stesso vale per il Betta splendens, che vede nelle pinne svolazzanti una provocazione. Anche con gli Scalari (Pterophyllum scalare) ci sono rischi: gli adulti non esitano a predare i piccoli guppy.
Per un acquario sereno, meglio puntare su compagni pacifici e lasciare che i guppy facciano ciò che sanno fare meglio: animare la scena con i loro movimenti continui.
Stato di conservazione IUCN
Il guppy non è un pesce a rischio. La IUCN Red List lo classifica come Least Concern, cioè “a rischio minimo”. La sua capacità riproduttiva e la diffusione mondiale lo mettono al riparo da estinzioni.
Detto questo, non mancano le controversie. In alcune aree dove è stato introdotto dall’uomo ha messo in difficoltà specie locali, competendo per cibo e spazio. È un esempio lampante di come una specie tanto amata in acquario possa diventare problematica in natura se fuori dal proprio contesto.
Domande frequenti
Quanto può vivere un guppy?
In media 2–3 anni. Con cure attente, acqua stabile e una dieta bilanciata, non è raro che superi i 4 anni.
Quanti guppy per un acquario da 60 litri?
Un piccolo gruppo di 6–8 esemplari è perfetto. Attenzione però al rapporto tra maschi e femmine: l’armonia del gruppo dipende da quello.
Perché si dice che i guppy si riproducono “da soli”?
Perché basta una coppia, e spesso persino una sola femmina già fecondata, per far partire la popolazione. La loro capacità di conservare sperma rende tutto incredibilmente rapido.
È vero che gli adulti mangiano i piccoli?
Sì, succede. Non per cattiveria, ma per istinto. Chi vuole salvare più avannotti può puntare sulle piante fitte o usare vasche dedicate.

Perché il guppy resta il pesce d’acqua dolce più amato
Il Poecilia reticulata non è solo un abitante dell’acquario: è un compagno che racconta la meraviglia della natura in scala ridotta. Piccolo, instancabile e mutevole, ha insegnato a milioni di persone cosa significa prendersi cura di un ecosistema, osservare i cicli della vita, lasciarsi sorprendere ogni giorno da colori e comportamenti sempre nuovi. Forse è proprio questa la sua forza: ricordarci che anche nelle cose più semplici si nasconde un mondo intero da scoprire.
