Pesce Scalare (Pterophyllum scalare)

C’è chi lo chiama il “re dell’acquario” e non è un’esagerazione. Lo scalare, con le sue pinne allungate e il portamento elegante, ha qualcosa che ricorda un vessillo che sventola sott’acqua. Non ha i colori accesi di un discus né la vivacità dei guppy, ma quando nuota lentamente tra le piante sembra che la vasca si trasformi in un palcoscenico.

La prima volta che lo si vede dal vivo lascia spesso a bocca aperta. E non si tratta solo dell’aspetto: gli scalari hanno un modo di muoversi che comunica calma e autorità, come se conoscessero bene il proprio ruolo. Non è un caso che siano tra i pesci più allevati al mondo e tra i più desiderati da chi inizia a sognare un acquario tropicale.

Origine e habitat naturale

Il Pterophyllum scalare è originario del bacino del Rio delle Amazzoni e dei suoi affluenti. Vive in acque lente, spesso allagate durante la stagione delle piogge. In questi ambienti si muove tra radici sommerse, piante acquatiche e zone ombreggiate. Le acque sono tenere, leggermente acide e spesso torbide per la presenza di tannini rilasciati dalle foglie.

Osservarli in natura, come riportato su FishBase, significa trovarli in gruppetti sparsi, sempre vicino a ripari verticali che imitano la forma del loro corpo. Il corpo infatti è stretto e alto, perfetto per nascondersi tra i gambi delle piante o tra le radici. Non è una coincidenza: la natura li ha modellati per sfuggire ai predatori e confondersi con l’ambiente.

Colori e morfologia

Lo scalare ha un corpo a forma di disco allungato verticalmente, con pinne dorsali e anali che si estendono come bandiere. La livrea naturale presenta bande verticali scure su fondo argenteo, un disegno che lo aiuta a mimetizzarsi tra luci e ombre.

Con l’allevamento in cattività sono comparse moltissime varietà: scalari neri, koi, albini, marmorizzati. Alcuni presentano pinne ancora più lunghe, frutto di selezione. Nonostante le differenze cromatiche, il fascino rimane lo stesso: un pesce che non passa inosservato.

Un dettaglio che spesso colpisce è il modo in cui si orienta nell’acqua: può restare immobile a mezz’acqua per lunghi secondi, oscillando appena con le pinne pettorali. È un atteggiamento che lo rende quasi “maestoso”, in netto contrasto con i movimenti nervosi di specie più piccole.

Parametri tecnici consigliati

Dimensioni adulte15–20 cm di lunghezza, fino a 25 cm di altezza con le pinne
Temperatura24–30 °C
pH6.0 – 7.5
KH3 – 8
GH3 – 12
Litri minimialmeno 200 litri per un gruppo di 5–6 esemplari

Vita sociale e comportamento

Lo scalare non è un solitario, anche se il suo portamento può trarre in inganno. In natura vive in gruppetti, e in acquario il consiglio è di allevarlo in almeno 5–6 esemplari. In numero ridotto tende a diventare aggressivo e dominante, mentre in gruppo l’aggressività si distribuisce meglio.

Ha un comportamento territoriale, soprattutto durante il periodo riproduttivo. Le gerarchie sono ben visibili: ci sono individui più dominanti che controllano certe zone della vasca, mentre altri restano più defilati. Nonostante questo, in un acquario ben dimensionato raramente si verificano danni gravi.

Una cosa che affascina molti acquariofili è la loro interazione con l’ambiente: spesso scelgono un angolo preciso della vasca e lo presidiano, quasi fosse un territorio personale. In comunità pacifiche possono convivere bene, ma bisogna evitare coinquilini troppo piccoli che potrebbero diventare prede. Per esempio i neon tetra, che sebbene compatibili da giovani, da adulti rischiano di essere predati.

Alimentazione

In natura gli scalari sono onnivori opportunisti. Mangiano insetti caduti in acqua, piccoli crostacei, larve, ma anche materiale vegetale. In acquario accettano mangimi secchi di buona qualità, ma per mantenerli in salute e far emergere i colori conviene offrire una dieta varia.

Alternare granulati, scaglie, cibi congelati e vivo è l’ideale: artemia, chironomus, dafnie. Un aspetto importante è non esagerare con le quantità: gli scalari, con il loro modo elegante di nutrirsi, sembrano sempre “affamati”, ma il rischio di sovralimentarli è reale. Meglio piccoli pasti frequenti che grandi somministrazioni.

Riproduzione

La riproduzione dello scalare è una delle esperienze più affascinanti per un acquariofilo. Una coppia affiatata sceglie una foglia larga, un vetro o una pietra liscia e vi depone le uova in file ordinate. Il maschio le feconda subito dopo, e da quel momento entrambi i genitori diventano protettivi e aggressivi verso gli intrusi.

Le uova schiudono in due o tre giorni, e le larve restano attaccate al supporto fino al riassorbimento del sacco vitellino. Poi diventano avannotti e iniziano a nuotare liberamente. È in questa fase che i genitori li guidano in piccoli banchi, proteggendoli con grande attenzione.

Non tutte le coppie in cattività mostrano lo stesso livello di cura parentale: alcune abbandonano le uova o le mangiano. Ma quando va a buon fine, assistere al ciclo riproduttivo completo è una delle esperienze più gratificanti che si possano vivere in acquariofilia.

Compatibilità con altre specie

Lo scalare è un pesce pacifico, ma con alcune eccezioni. Può convivere bene con caracidi di medie dimensioni, Corydoras panda, loricaridi e altri pesci tranquilli. Tuttavia, piccoli pesci come i neon possono diventare prede una volta che lo scalare raggiunge la taglia adulta, nonostante in gioventù possano convivere pacificamente.

Meglio evitare anche coinquilini troppo aggressivi o veloci, come barbi turbolenti, che possono mordere le sue pinne. L’acquario ideale è spazioso, ricco di piante alte e radici, con spazi aperti per il nuoto e zone più riparate per sentirsi al sicuro.

Stato di conservazione IUCN

Secondo la IUCN Red List, il Pterophyllum scalare è classificato come “Least Concern”, quindi non a rischio immediato. Tuttavia, come molte specie amazzoniche, è influenzato dalla deforestazione, dall’inquinamento e dalla raccolta intensiva in alcune aree. La buona notizia è che l’allevamento in cattività è ormai molto diffuso, riducendo la pressione sulla raccolta in natura.

Domande frequenti

Lo scalare può convivere con i neon tetra?

In giovane età sì, ma da adulto potrebbe considerarli prede. Meglio abbinarlo a specie di taglia media.

Quanto vive un pesce scalare?

In buone condizioni può vivere dai 10 ai 12 anni, a volte anche di più.

Quanti scalari allevare insieme?

Almeno cinque o sei, per ridurre l’aggressività e distribuire meglio le gerarchie.

Lo scalare ha bisogno di piante?

Sì, gradisce vasche ricche di vegetazione e radici, che ricordano il suo habitat naturale e offrono ripari.

Pesce Scalare varietà Koi con colorazioni arancioni, nere e bianche ripreso in primo piano

Perché lo scalare resta un’icona dell’acquariofilia

Il Pterophyllum scalare non è solo un pesce ornamentale: è un simbolo. La sua eleganza, la sua socialità e la sua imponenza trasformano qualsiasi acquario in uno spazio più vivo e affascinante. Nonostante le esigenze di spazio e la necessità di compagni adatti, resta uno dei pesci più amati e allevati in assoluto.

Chi sceglie di ospitarlo non aggiunge semplicemente un pesce, ma introduce un protagonista, un animale che diventa presto il centro della scena. Ed è questo, forse, il segreto del suo successo duraturo tra gli acquariofili di tutto il mondo.

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